giovedì 9 marzo 2017

dichiarazione

 
[Questo pezzo è nato tra le fessure de Il muro dei Je t'aime
che è un racconto che deve ancora finire di nascere intorno a quelle fessure.]

comincerò guardando fuori, che in cinesica è un segnale
che vuol dire non parlare, prima lasciami finire
lo farò scandendo piano e masticando le parole
come fossero pastiglie il giorno prima di scadere
farò in modo di mostrarti il mio profilo più riuscito
che pensavo fosse il senno ma mi sono ricreduto
quando ho visto i miei vent'anni diventare trenta e rotti
il mio fegato ingrossarsi
agenti esogeni stracciare
inattaccabili progetti

ma dicevo del profilo che preferirò mostrare
prima di abbassare il mento in una posa un po' infantile
prima di tirare fuori certe immagini passate
che alle donne sotto i trenta piace credersi vissute
cercherò dentro ai miei archivi qualche frase che ho taciuto
per spedirla finalmente contro il velo del palato
e non avrò neanche iniziato
che i tuoi occhi così simili a una doppia spunta blu
risponderanno sì ho capito, ma non ne parliamo piu`

parliamo invece di stasera, che hai senz'altro il frigo vuoto
che tra poco chiude tutto e adesso che ci penso bene
io non ho neanche pranzato, e poi parliamo della neve
che t'immagini che bello se stanotte tipo cade
e poi parliamo di futuro, che è una macchina a tre ruote
che ha i tuoi sbagli per volante e i miei vent'anni per motore
e le indicazioni in turco di un navigatore rotto
che qualunque cosa digiti
ti porta via da roma

però, scusa, ti ho interrotto

io riprenderò il discorso senza perdere il controllo
quant'è vero che ho studiato la natura del cervello
femminile così a lungo che potrei scriverci un saggio
che potrei fondare un centro di ricerca a palo alto
che saprei guardarti in faccia e non trovarci che il tuo viso
ma dicevo del palato che ho scoperto avere un velo
che sarà anche lui stupito per avere pronunciato
un frase così antica
che sta in piedi con lo sputo
che pensavo aver scordato 

nel riprendere il discorso, salirò sopra una sedia
per enfatizzare al massimo l'altezza della sfida
quindi scuserò con garbo, senza darci troppo peso
l'eccessiva confidenza con i tempi del passato
e i miei trentasette anni, che ti sembreranno un muro
però credimi se dico che li ho usati così poco
che in realtà valgono meno
e quei tuoi occhi uguali identici a una doppia spunta blu
ripeteranno sì ho capito, ma non ne parliamo più

facciamo invece qualche cosa di terreno e materiale
una pasta senz'impegno, una frittata di zucchine
che ci scaldi in quest'inverno così gelido e francese
(adesso scendi dalla sedia, che se caschi ti fai male)
e poi facciamo, dammi retta, qualche cosa di carnale
e domandiamoci a vicenda non ti sembra che sia neve?
prima che riprenda voce quel navigatore matto
e che ci rimettiamo in moto
sbardellando su tre ruote

però, scusa, ti ho interrotto